Francisco Josè de Goya y Lucientes nasce il 30 marzo 1746 a Fuendetodos, presso Saragozza.
Ebbe una vita intensa e travagliata, sia fama e sfarzi
che amarezza ed esilio.
Figlio di un artigiano e di una piccola proprietaria
terriera di nobile famiglia studiò pittura tramite
lezioni private.
1769 viaggio in Italia
1799-1826 primo pittore del re
Muore il 16 aprile 1828 a Bordeaux, in Francia
Intensa attività grafica (disegni, cartoni per arazzi e incisioni)
Originalità dei temi e immediatezza del
linguaggio espressivo.
Capricci, noti soprattutto come Caprichos, sono una raccolta di 80 tavole realizzate con le
tecniche di acquetinte e acquaforte, dove
rappresenta l'allegoria dei vizi e bassezze umane,
ridicolizzando e promuovendo la loro sconfitta.
1797, 23x15,5 cm
Disegno preparatorio per incisione, appartenente ai
Capricci.
Rappresenta un uomo addormentato (forse Goya) e intorno a lui prendono vita dei sinistri uccelli
notturni e una lince dagli occhi sbarrati a destra.
Fitto tratteggio incrociato crea drammatici
effetti di chiaroscuro.
Controllo della ragione sull'operato per non far
prevalere gli istinti peggiori.
1797, 210x149 cm
Grande dipinto a olio che ritrae a dimensioni reali la
Duchessa d'Alba, Maria Teresa Cayetana de Silva, una delle più ricche, affascinanti e nobili dame di Spagna dell'epoca. La rappresenta in austeri abiti vedovili
per cui è nota pure come "La Duchessa in nero".
In piedi al centro della tela con il piede sinistro
leggermente avanzato e mano sinistra sul fianco, per slanciare la figura. Mano destra con anello con dicitura "Alba" che indica la riva sabbiosa dov'è tracciato il nome "Goya".
Sfondo paesaggistico, percorso in diagonale da un
corso d'acqua dai riflessi dorati del tramonto.
Tutto ciò isola il personaggio in primo piano facendo
risaltare le preziose vesti e l'elaborata acconciatura
della mantilla.
Tecnica pittorica: campiture di colore ampie e
veloci, si allontana dai disegni preparatori neoclassicie già prelude degli elementi che poi porteranno alla
pittura romantica.
1800-1803, 97x190 cm
Le due tele con la Maja desnuda (nuda) e la
Maja vestida, sono le sue più celebri opere.
In realtà le modelle erano diverse: quella della
Maja vestida era più alta e slanciata.
Adagiate su grandi cuscini, collocate nella stessa
postura con un atteggiamento innaturale, guardano
l'osservatore con uno sguardo profondo e malizioso.
La tecnica sembra anticipare la rivoluzione goyesca (pennellate con attenzione a colori e emozioni)
Atmosfera luminosa e serena.
1814, 266x345cm
Dipinto storico sul dramma della rivolta
antinapoleonica, vissuta da lui stesso.
Dipinto 6 anni dopo gli accaduti, è una straordinaria
novità per l'epoca in quanto per la prima volta
vengono riprodotti avvenimenti contemporanei
nel loro cruento svolgersi. Raffigura una delle tante
esecuzioni effettuate dalle truppe napoleoniche.
A destra di spalle vi sono gli esecutori,rappresentaticon il colbacco e le divise, quasi a nascondere le
loro facce ed espressioni per il brutale atto.
Risulta essere quindi un gruppo compatto.
A sinistra i patrioti, scomposti e ammassati gli uni
contro gli altri.
Goya li realizza con realismo carico di tragicità.
L'uomo con la camicia bianca, con tratti nel volto tipicispagnoli, tende le braccia al cielo, gesto che afferma
la sua giusta causa ma anche la disperazione. Questo si riflette anche nelle espressioni dei compagni.
In loro vi è la paura della morte che non era mai comparsa nella pittura neoclassica.
In basso un mucchio di stracci che ricoprono i cadaveri di coloro che erano già stati fucilati, come il personaggio in primo piano che giace rivolto verso il terreno intriso del suo sangue. Incerta la luce della lanterna.
Paesaggio: Madrid martoriata.
Tecnica pittorica: olio su tela con cupezza dei toni, colori sporchi e terrosi.
Frammentata la pennellata, povertà di colori nella tavolozza.
Questa volontà di bloccare l'attimo, anche se si basa su principi neoclassici, fa notare l'indirizzamento verso il gusto romantico.